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venerdì 1 giugno 2018

Più che il terrorismo, il Naturalismo.


Pubblichiamo il numero di Giugno 2018
di "Radicati nella fede"
 
PIU CHE IL TERRORISMO, 
IL NATURALISMO.




PIU' CHE IL TERRORISMO, IL NATURALISMO.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 6 - Giugno 2018
 
 Non il terrorismo, ma il Naturalismo sarà il più grande pericolo portato dall'Islam.

 O meglio, un cristianesimo sempre più sprofondato nel Naturalismo, passerà dolcemente a diventare nella sostanza mussulmano.

  Bastava aprire il giornale alcune domeniche fa, per averne una plastica dimostrazione:
  Parroco di due parrocchie di profonde radici cristiane: “È la strada giusta, vent’anni fa sarebbe stato impensabile”.
  È la strada giusta per che cosa? Per costruire una nuova chiesa? Per elevare un nuovo santuario?
No, niente di tutto questo purtroppo. È la strada giusta per aprire una moschea, un centro islamico, dove un tempo il suono delle campane segnava il ritmo della vita contadina con la sua consacrazione della terra.

  “È una giornata di grande gioia perché è stata intrapresa la strada giusta. Vent’anni fa sarebbe stato impensabile un fatto di questo genere, oggi è una festa di tutta la comunità, senza distinzioni di religione, di nessun genere. Siamo tutti qui a pregare e fare festa insieme”, così parla Don Salvatore Gentile, parroco di Cureggio e di Maggiora, immortalato sorridente e compiaciuto tra gli imam, due venuti dal Marocco e uno dall’Albania.

  Certo, vent'anni fa, forse, sarebbe stato impossibile: il buon parroco di allora non si sarebbe sognato di presenziare all'evento, avrebbe detto ai parrocchiani di non assistervi, e prima ancora avrebbe fatto l'impossibile con le autorità civili ed ecclesiastiche perché la terra affidatagli in custodia non fosse esposta ad una falsa religione.
  E forse vent'anni fa vi avrebbero pensato anche i parrocchiani a non volere una moschea tra le loro case, dove la Croce di Cristo da secoli era stata piantata.

  Vent'anni fa sarebbe stata possibile una reazione... oggi no, su questo ha ragione il parroco della gioiosa islamizzazione.

  Vent'anni fa sarebbe stato inimmaginabile che anche il parroco più vigliacco, più “don Abbondio”, si spingesse fino a lodare e benedire come luogo della comune preghiera una moschea.
  Ma cos'è successo in questi decenni perché nel silenzio assordante e compiacente delle autorità religiose si possano compiere gesti così stupidi e così pericolosi per le anime?

  È successo che il Cristianesimo è stato rivoluzionato, ribaltato, sfigurato, disanimato fino ad essere pronto a confondersi con qualsiasi religione naturale, anche con l'Islam.

  Con tutta una serie di riforme, che hanno trovato nella brutale amputazione della Messa cattolica il loro centro propulsore, il popolo cristiano è stato preparato al misconoscimento della vita soprannaturale.

 È il Naturalismo: si è voluto demolire quello che i nuovi teologi consideravano un inutile “doppione”, cioè che l'uomo è da Cristo sopraelevato alla vita soprannaturale. Così di fatto oggi l'uomo è considerato nella “pura natura”. Ne vediamo gli effetti devastanti nel popolo: è pressoché saltato tutto il lavoro di preparazione ai Sacramenti, che un tempo costituiva il centro della parrocchia; è ammesso chiunque alla Comunione in nome dell'accoglienza; si riscontra un'ignoranza abissale sugli elementi essenziali della fede, una dilagante commistione tra altare e peccato mortale...
... sono gli effetti pratici del Naturalismo tra noi.
  Ma attenti, questo naturalismo “cristiano”, quello dei nuovi teologi e dei nuovi pastori, ha ancora una velleitaria aspirazione al divino, ma è un'aspirazione indipendente dalla grazia.

  Parlano di preghiera ancora, ma è una preghiera umana e la preghiera umana non raggiunge il Cielo.

  Cristo è venuto invece nel mondo, è salito al Calvario, ha compiuto il suo sacrificio, per poterci trasformare in lui. E questa trasformazione è operante in noi nella sua azione salvifica che continua nei suoi Sacramenti, che producono la nostra elevazione allo stato soprannaturale. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, S. Paolo può dirlo perché inondato dalla grazia sacramentale.

  La preghiera vera, quella cristiana, ha bisogno di questa trasformazione: perché raggiunga il cuore del Padre, è necessario che Cristo preghi in me; ma perché Cristo preghi in me è assolutamente necessario che io sia trasformato dalla sua grazia; e perché io sia trasformato dalla sua grazia è assolutamente necessario accedere ai Sacramenti in modo giusto e corretto, con le dovute disposizione, prima tra tutte il dolore dei peccati e il desiderio di essere trasformati in Cristo.

  Senza la trasformazione della grazia non c'è preghiera.

  La preghiera delle false religioni è solo un atto umano, che non è propriamente preghiera, e questo i buoni parroci di un tempo lo sapevano e difendevano il popolo dall'inganno.

  Oggi no, oggi dicono “Siamo tutti a pregare e a fare festa insieme” ... “senza distinzioni di religione di nessun genere”.

  Un popolo condotto così, sarà pronto a passare all'Islam dove troverà un vago e menzognero riferimento a Dio; a un Dio sconosciuto che non cambia l'uomo ma che lo lascia nelle sue passioni: è ciò che le anime carnali aspettavano da tempo, è l'opera del demonio.

  Il Naturalismo è peggio del Terrorismo, perché non fa i martiri, ma i dannati.

  Torniamo alla Messa di sempre in modo esclusivo, rifiutando la “messa amputata”, che è stato il motore propulsore per la naturalizzazione del popolo cristiano. Occorre su questo una rinnovata e violenta coscienza: il regno di Dio soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono.
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